Libertà per tuttx lx antifascistx

Tra poco sarà un anno che Ilaria Salis è incarcerata in Ungheria. Come lei sono agli arresti anche Tobias, Gabriele e Maja. Il primo, come Ilaria è detenuto in Ungheria, mentre le ultime due si trovano agli arresti da novembre in seguito addirittura ad un mandato europeo, rispettivamente in Italia e Germania. Private della libertà perché si sono opposte ad una marcia neonazista a Budapest. Negli scorsi mesi le notizie sulle terribili condizioni di detenzione a cui è costretta Ilaria – incatenata, privata pure di generi di necessità come di carta igienica e assorbenti – sono state riportate anche dai media ufficiali, sollevando finalmente una certa attenzione sul caso. Ma la cappa di silenzio su questa vicenda repressiva deve ancora essere rovesciata. Per questo è importante parlare della vicenda di Ilaria, Tobias, Gabriele e Maja e del contesto politico in cui si colloca di repressione internazionale dei movimenti antifascisti.

Ilaria è detenuta da febbraio 2023 in un carcere di massima sicurezza a Budapest, in Ungheria, in condizione disumane. In occasione delle udienze viene tenuta al guinzaglio da un poliziotto e spostata con mani e piedi legati da una catena.” Così riporta il Comitato Ilaria Salis, nato nel dicembre scorso, con il primario obiettivo di ottenere il rientro Italia di Ilaria, che “rischia sedici anni di carcere – riporta sempre il Comitato – poiché accusata, durante una manifestazione neonazista, di aver fatto parte di un gruppo di persone che hanno effettuato un’aggressione in cui due uomini hanno subito lesioni, guarite in cinque-otto giorni. Una sproporzione inaccettabile”.

In effetti il messaggio del governo di Budapest è chiaro, le marce naziste non si toccano, mentre i militanti antifascisti devono essere perseguitati. Gli sgherri dei governi reazionari europei non devono essere disturbati nelle loro parate nostalgiche e cerimonie identitarie, la rete neonazista europea deve poter crescere in questi momenti aggregativi che consolidano i legami organizzativi. Questo non avviene solo nell’Ungheria di Orban – che solo ora viene definita regime dai media nostrani – succede anche in Italia, basti pensare alle commemorazioni ad Acca Larentia, addirittura mito fondativo della stessa classe di governo, o alle altre simili iniziative fasciste. Per questo Ilaria e altrx tre compagnx sono agli arresti, perché hanno osato dire no alla marcia annuale con cui a Budapest i nazisti di mezza Europa commemorano il “giorno dell’onore” una delle ultime battaglie combattute – e perse – dalle truppe naziste contro l’Armata Rossa l’11 febbraio del 1945. Nello stesso periodo di febbraio si tiene a Sofia in Bulgaria un altro raduno neonazista internazionale, la “Lukov marsh” marcia che celebra il generale Hristo Lukov, leader delle Legioni Nazionali Bulgare, formazioni naziste, ucciso dai partigiani bulgari il 17 febbraio 1943.

Sia in Ungheria sia in Bulgaria hanno una forte presenza le organizzazioni squadristiche o paramilitari neonaziste, che hanno in queste marce un importante momento di legittimazione.

Lo scorso 13 gennaio a Milano oltre un migliaio di persone hanno attraversato in corteo la città dietro lo striscione “Free all antifas” per chiedere la liberazione di Ilaria, Tobias, Gabriele e Maja. Una manifestazione importante, tanto più perché il 16 gennaio era fissata l’udienza della corte d’appello di Milano che doveva decidere in merito all’estradizione in Ungheria per Gabriele, udienza poi rinviata al 13 febbraio.

Il testo di convocazione della manifestazione parla chiaro: “In questo quadro generale, mentre l’Unione Europea sta valutando la possibilità di inserire i gruppi antifascisti nell’elenco di quelli indicati come terroristi, due compagni si trovano da febbraio 2023 in carcere in Ungheria. Entrambi sono coinvolti in un’inchiesta della polizia ungherese per degli attacchi subiti da alcuni neonazisti giunti a Budapest da tutta Europa durante il weekend del ‘giorno dell’onore’ […] Il castello accusatorio dei procuratori magiari non si limita però ai fatti accaduti a Budapest né ai giorni della commemorazione: nell’ambito di una sempre più fitta collaborazione tra Stati e polizie Europee, il tentativo degli inquirenti è quello di collegare le azioni avvenute in Ungheria ad un ben più ampio procedimento aperto in Germania a partire dal 2018: la cosiddetta inchiesta “AntifaOst” che vede imputati numerosi compagni e compagne tedesche accusate di aggressioni ai danni di esponenti di spicco del mondo neonazista tedesco. Il tentativo è quello di affermare l’esistenza di una fantomatica associazione criminale che avrebbe organizzato gli attacchi avvenuti in Ungheria.
Per questo motivo oltre a Ilaria e Tobias, detenuti a Budapest, la procura ungherese ha chiesto di spiccare 14 Mandati di Arresto Europei (MAE) nei confronti di altrettanti compagni tedeschi, italiani, albanesi e siriani. Molti di loro ad oggi non sono stati trovati. Gabriele, un compagno di Milano, si trova, invece, agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni dal 22 novembre, a seguito dell’esecuzione di uno di questi MAE. […] Abbiamo scelto di non delegare la lotta contro fascisti e nazisti a quegli apparati istituzionali democratici che non fanno altro che difenderli e legittimarli in nome di una millantata “libertà d’espressione”. Siamo convinti che i fascisti vadano combattuti in maniera diretta, in questo momento storico più che mai. Rivendichiamo le pratiche militanti e crediamo necessario attuarle ad ogni latitudine per fermare i gruppi nazisti. Anche nelle città italiane, se pur in maniera meno violenta che in altri contesti europei, i fascisti sono presenti e provano ad alzare la testa. Questi servi del capitale, finti ribelli utili solo a mantenere l’attuale ordine sociale, vanno fermati sul nascere! Ogni giorno nelle nostre lotte, nei nostri percorsi, scegliamo di stare con chi si oppone ai padroni, chi è sfruttato, chi subisce la repressione, chi resiste alle guerre imperialiste e decide di rispondere, con chi non delega la propria libertà.”

Eravamo in piazza il 13 a Milano partecipando al corteo ed è importante rilanciare iniziative per la liberazione dex compagnx agli arresti, e rilanciare la solidarietà internazionalista nella lotta contro il fascismo. È fondamentale in questo momento intensificare l’informazione e l’iniziativa per la liberazione di Ilaria, Tobias, Gabriele e Maja, un impegno da portare avanti per le settimane che verranno, dal momento che il 13 febbraio ci sarà l’udienza a Milano per l’estradizione di Gabriele e dal 29 gennaio è iniziato il processo ad Ilaria. Sono stati lanciati proprio in questi giorni gli appelli per le manifestazioni antifasciste che si terranno anche quest’anno in Ungheria e Bulgaria. A Budapest l’appuntamento è per il 10 febbraio alle 14:30 in Széll Kálmán Square con lo slogan “Stop glorifying the nazis!”. A Sofia lx antifascistx scenderanno in piazza invece il 17 febbraio al grido di “No nazis in our streets!”. Sostenere queste manifestazioni, anche da dove si vive, è il primo importante gesto di solidarietà.

Dario Antonelli

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